
IL BOSCO COME UN MUSEO?



COS’È LA GROTTA DELLE FATE?
“Che meraviglia!” è l’esclamazione degli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Firenze durante il
sopralluogo a Castagno D’Andrea, un luogo magico e antico, lontano dalla frenesia del mondo di
oggi. Attraversando il bosco, hanno esplorato un paesaggio che culmina nella
Grotta delle Fate, una cavità tra massi muschiosi, dimora leggendaria di fate. Le sfumature di verde
che caratterizzano il bosco catturano lo sguardo e rigenerano lo spirito, evocando un’atmosfera
tolkieniana. Le installazioni dialogano con
l’ambiente, invitando i visitatori a vivere il luogo con nuova sensibilità.
La sfida di creare in un contesto
così potente ha portato gli studenti a riflettere sulla forza della natura, divenuta il centro delle loro
opere. Invitiamo tutti a visitare la Grotta delle Fate e a lasciarsi sorprendere dalle creazioni degli artisti,
scoprendo nuove prospettive su questo straordinario paesaggio.

COME ARRIVARCI?
Si raggiunge Dicomano e si prosegue per San Godenzo lungo la SS67 direzione Forlì; dalla Romagna, ovviamente, prendere la SS67 in direzione Firenze sempre fino a San Godenzo. Da San Godenzo seguire le indicazioni per Castagno d’Andrea. Proseguire un paio di chilometri lungo la strada fino al primo tornante verso destra, dove volendo si può lasciare l’auto (spiazzo sterrato al gomito del tornante) o poco più su in corrispondenza di una fonte perenne. Da qui proseguire a piedi lungo la strada per un paio di centinaia di metri fino ad incrociare sulla destra i ben evidenti cartelli per il sentiero 18A e la Grotta delle Fate.
Superando un primo guado semplice e poi torrentello grazie a un ponticello di legno. Il sentiero prosegue facile diventando dopo un breve tratto il 18 (segni bianchi e rossi), attraversa un boschetto di abeti e ontani e dopo una brevissima salita raggiunge, sulla sinistra, uno spazio che spesso in autunno ed inverno si allaga trasformandosi in un piccolo laghetto temporaneo. Qui, tra i massi di un’antica frana, c’è la casa delle fate.
LA LEGGENDA
E il caprone che fine ha fatto? “ mi ha chiesto mia figlia, e io, guardando le ripe in alto con sguardo sospettoso “chissà, a volte si vede ancora scorrazzare tra quelle rocce”. Lei ha rovistato tra le rocce con lo sguardo per un po’, poi ha risposto “per punizione mandiamogli cento bebé come la sorellina e vediamo cosa fa!”. E da lì è nata una lunga storia che non so a raccontare, perché il bello di queste storie è che ognuno ha la sua.


